“AEQUĀTOR – ORIS” 2005
Colore fluorescente,acrilici,
alluminio, filo elastico,
giornali, corda, lampada di Wood,
spot ad incandescenza,legno.
Cm. 175 x60 x 100 cadauno
AEQUĀTOR - ORIS
Questo dittico propone una riflessione sul mondo, evocato nella sua dimensione astratta di circolo massimo dello sferoide terrestre, l’equatore, appunto. Concepito per costruire e orientare le mappe del globo, simbolo di una griglia concettuale che ha consentito il viaggio della scienza reso possibile dall’esplorazione di mari e terre, l’equatore è simbolo e al tempo stesso luogo concreto del fare e del sapere.
L’opera si declina in: aequator stato dell’essere del mondo nella sua dimensione cosmologica, sovraindividuale, alleggerita del peso del vivere, del racconto e della testimonianza antropologica, stato rappresentato dal movimento elicoidale di una linea luminosa che traccia la sua traiettoria nel buio dell’infinito. E in aequatoris, stato della specificazione dei più drammatici fatti mondani, di ciò che appartiene ai mondi veri, dove si rincorrono parole a caratteri cubitali che ogni giorno annunciano angosciose tragedie, violenza, sopraffazione, distruzione, morte.
L’evidente squilibrio tra i due momenti, causato dalla follia della specie intelligente, non si risolve in un giudizio senza speranza, in un’antropologia pessimista: nelle due opere il segno a spirale che ha origine dalla circonferenza terrestre, si sviluppa verso una dimensione trascendente di possibile riscatto e dignificazione della vita umana.